La Turchia non sposta le lancette ed è sempre più lontana dall’Europa
Esattamente settantotto anni fa moriva Gazi Mustafa Kemal, divenuto in seguito Atatürk, creatore e guida della Stato nazionale. Una figura politica molto amata dal popolo turco che oggi rischia di essere oscurata da una personalità altrettanto emblematica e carismatica: Recep Tayyip Erdoğan, da molti considerato il padre padrone della Repubblica turca.
Il tentato colpo di stato dello scorso 15 luglio ha in qualche modo aiutato il Presidente a ribaltare le sorti del suo Paese, dandogli finalmente la possibilità di eliminare la parte più decisa e pericolosa dell’opposizione. Nelle settimane successive al tentato Golpe, poliziotti, giudici, insegnanti sono stati sollevati dai propri incarichi e arrestati. Le forze armate, vecchio baluardo della Repubblica kemalista, sono state umiliate dalla polizia, perdendo prestigio e credibilità.
Un colpo di stato che mirava alla destituzione del Presidente e che invece ha portato alla sua consacrazione, aumentando la cerchia dei suoi sostenitori ed innalzando sempre di più la figura di Erdoğan a secondo profeta dell’Islam.
Senza alcuna remora la macchina epuratrice dello stato turco ha continuato a lavorare imbavagliando la libera informazione, demotivando ed emarginando i movimenti di protesta (ben lontani appaiono i tempi della rivolta del Gezi Parki), fino a giungere all’incarcerazione di nove parlamentari del partito democratico del popolo (HDP) e dei suoi leaders Demirtas e Yuksekdag privati da maggio dell’immunità parlamentare con l’accusa di propaganda terroristica ed affiliazione al partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).
La Turchia appare sempre più lontana dall’UE e non solo dal punto di vista ideologico. Infatti, mentre gran parte dell’Europa e degli Stati Uniti nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre hanno spostato indietro le lancette di un’ora, in Turchia nulla è cambiato.
Il cambio della fascia oraria di riferimento l’ha portato ad “allontanarsi” di un’ora dai propri partner commerciali principali (i paesi europei, appunto), azzerando di contro le distanze con quelli dell’Eurasia e del Medioriente. Il passaggio alla nuova fascia oraria sembra andare incontro alle partnership che Ankara sta siglando proprio con l ’Arabia Saudita i paesi Africani e con la Russia di Putin, non a caso la cordialissima relazione tra Ankara e Mosca ha ripreso il suo corso.
Ci sono stati ben tre incontri nel giro degli ultimi mesi: il 9 agosto a San Pietroburgo, il 4 settembre ad Hangzhou ed infine il 10 ottobre in Istanbul.
Per concludere, citando il pensiero di Daniele Santoro: “Erdoğan è un leader senza dubbio spietato, affarista senza scrupoli, un idealista radicale. Ma è anche un inguaribile sognatore, Erdoğan sogna un mondo diverso, un mondo che sia più grande di cinque, in definitiva sogna di essere incoronato leader unico del mondo musulmano”